lunedì 23 luglio 2007

questa si' e' musica per le mie orecchie ......

sabato 21 luglio 2007


Less than a minute :
Quanto piu’ di vita riesci a mordere
in meno di un minuto …
bramosia di accumulo perversa


about A minute …

... La tua presenza
Distratta concessione di momenti
Ombra obliqua di visitatrice afona

In vite di altri,
piu’ durevoli e stringenti



More than a Minute _
_

Per sedimentare cio’ che resta nelle tue fauci silenziose
preda spettatrice
braccata
dall’ineluttabile sfasciarsi dei minuti

venerdì 20 luglio 2007



a RROSE imagination
hommage a marcel

mercoledì 18 luglio 2007



FRESH WIDOW 1921,marcel duchamp, paris.

le finestre mi sono sempre piaciute...

in genere aperte, come le porte ...

a freshsummer window on you ...

rrose selavy

lunedì 16 luglio 2007

citazioni dal concerto :
NULLA E' COME SEMBRA :::NULLA E' COME APPARE :::::

per vedere come sara' il tuo domani guarda i pensieri che hai nella testa oggi ....
(franco battiato)

Rrose
Giorno Quattro, 14 Lugliodi Tommaso Labranca
Ciao.
Ve lo dico ora che magari state ancora dormendo. Sarete andati a letto mentre io già facevo colazione in una deserta Breakfast Room d'albergo, approfittando di quell'ora metafisica per prelevare dal buffet e intascare parecchie monoconfezioni di marmellata ai mirtilli. Vi sarete coricati dopo aver visto il sole levarsi sui Murazzi, soddisfatti della performance di Violante Placido come dj. D'altronde, anche un'obesa Wanna Marchi vendeva dimagranti. Viviamo l'era della non-specializzazione.
Vi dico ora ciao, tramite quest'ultima pagina di diario elettronico. A qualcuno ho detto ciao e anche grazie per sms. Perché sono un debole e detesto vedere le cose finire.
"Il momento della giornata che preferisco è il crepuscolo", disse una volta Battiato in una intervista. Anche per me è così e non solo quando si tratta di momenti della giornata, ma in ogni caso. Il crepuscolo è quel momento in cui sai che qualcosa sta per finire, ma non si è ancora spento del tutto. Il crepusolo ha la malinconia della fine, ma non la sua tragicità. Il crepuscolo del film è la colonna sonora che inizia a crescere d'intensità, ma non ancora i suoi titoli di coda. E' andarsene prima del caffè.
Allora, proprio per evitare gli abbracci e i brindisi, gli smontaggi e i titoli di coda sono andato via appena annusato il crepuscolo del concerto di Battiato. Stavano levandosi le ovazioni per l'ultimo pezzo con i Subsonica che io già scappavo dall'uscita segreta in fondo al recinto per i backstagisti.
Ho attraversato rapidamente il parco della Pellerina, passando per l'ultima volta lungo il Viale del Colesterolo. Quel Boulevard dei Grassi Idrogenati segnato da un unico infinito bazar del panino alla porchetta in grado di segnarti due volte: rivestendoti le arterie di micidiali LDL e patinandoti gli abiti di un aroma d'accampamento unno difficile da mandare via. Ma ieri sera c'erano anche le polveri sottili della malinconia che si depositavano su di me insieme all'acidità del fritto.
Sono salito sulla navetta che mi avrebbe riportato in città ed ero infelice al 75 percento. Per la prima volta avevo visto Franco Battiato dal vivo. Mai successo prima nei venticinque anni da cui lo seguo in tutte le sue fasi: la pop, la sgalambrica, la sperimentale che per me resta la più entusiasmante. Conservo i suoi otto dischi incisi tra il 72 e il 78 a fianco dei cinque dischi bianchi di Battisti-Panella perché insieme mi hanno fatto perdere tante amicizie.
Ieri sera Battiato non ha negato nulla e grazie ai Subsonica c'è stato anche l'omaggio alla stagione 72-78, con "Fetus". Senza alcun finto pudore artistico Battiato ha eseguito anche brani fin troppo ascoltati, come "Le stagioni dell'amore", che per me resta la sua canzone più bella, con suoni come i raggi di sole al tramonto che colorano le nuvole. O i pezzi de "La voce del padrone". Lui che potrebbe permettersi di snobbare il pubblico eseguendo composizioni wagneriane con cori russi, si è messo a cantare di palome e centri di gravità permanenti. Perché mi meraviglio di questo? Perché ricorderò sempre di aver assistito nel 1999 a uno dei primi showcase dei Verdena, dei quasi-Nirvana di origine camuna, tipici figli di quella emulativa musica finto-rock la new italiana il free jazz punk inglese. Avevano un repertorio di 7 pezzi a dir tanto. E solo alla fine, quasi minacciati dallo scarso pubblico, il cantante annunciò con disprezzo che si sentivano costretti a eseguire Valvonauta, la loro unica e anche abbastanza limitata hit, uscita solo un mese prima. Ah l'umiltà degli artisti!
Quando arriva la fine cerchi di non fare bilanci, ma non riesci a non pensare a quanta fatica si spreca nel cercare i suoni, creare arrangiamenti, sondare filosofie e inventare nomi. Cosa arriva al pubblico? Seduto davanti a me sulla navetta c'era un trentenne con una sbiadita maglietta De Puta Madre portata senza alcuna vergogna per il tragico ritardo rispetto ai crudeli tempi delle mode. Chiamava un amico nella Locride con un Nokia ormai di valore archeologico e cover dai disegni tribali scrostati. "Sono a Torino, a un concerto. C'erano i Subbesonica!"
Era felice nel dirlo, così come sarà stato felice nell'ascoltarli. Noi lì a posare da intellettuali e artisti, a interrogarci per quattro giorni su Berlino e lui, estraneo a tutto, racchiudeva la sua gioia esplosiva in quell'epitesi che nei dialetti meridionali evita le terminazioni ossitone dei monosillabi e crea strani incroci tra un Subbuteo e una band torinese. Io sulla navetta a pensare alla tristezza della fine e lui che ogni giorno conosce solo gli inizi di piccole felicità scoppiettanti.
Allora ho deciso che avrei fatto terminare questa breve avventura torinese qualche ora prima di quel momento, in un'isola della giornata in cui ero stato felice. Ho abbassato lo sguardo sul mio orologio, una riproduzione del monoscopio televisivo che desta invidia in chi lo vede. Era mezzanotte e mezzo. Ho iniziato a far ruotare la corona per riportare indietro le lancette.
Ecco le ventitré: mi sposto perché una petulante spettatrice si lamenta con il suo abbronzato accompagnatore di come il pubblico non reagisca con entusiasmo alla musica e inizia a urlare con voce stridula.
Ecco le ventidue e trenta: l'inizio del concerto di Battiato. Sono davanti al suo camerino, in attesa che mi intervistino per un documentario su Traffic e lui passa a pochi metri da me e c'è Sgalambro che sulla porta guarda fuori il cielo come l'omino nelle vecchie casette segnatempo.
Ecco le ventuno e quarantacinque: sul palco ci sono Anthony and the Johnson, un act forse troppo delicato per una situazione di massa come il festival, ma comunque suggestivo.
Ecco le diciannove. E' l'ora dell'imbarazzante performance di Meg ai Giardini Reali nel tardo pomeriggio. Un successo su tutti i fronti per Meg: impegnata doppiamente come lettrice di testi di Saviano e cantante, non è riuscita a far bene nessuna delle due cose. Serve talento anche in questo.
Ecco le diciassette. Sono in via Garibaldi e torno a passo spedito in albergo. Ero uscito poco prima per andare a visitare qualche libreria antiquaria di via Po attratto dai volumi con xilografie seicentesche che non potrò mai permettermi. Mi sono poi fermato a uno dei banchetti che vendono volumi usati perché in uno scatolone seminascosto c'erano due vecchi Classici di Walt Disney e il numero 696 di Topolino del 30 marzo 1969. Li ho comperati per cinque euro. Per questo sto camminando di corsa.
Voglio tornare al più presto in albergo, spegnere il telefono, starmene da solo. Non condivere con nessuno questa mia piccola gioia inutile. Non pensare al giorno che finisce. Prendere l'ultima albicocca rimasta nel frigobar. Mettermi sul letto. Lasciarmi avvolgere dal flusso malefico dell'aria condizionata a 18 gradi. Non pensare a Traffic che finisce. Perdermi nella lettura del numero 696 di Topolino. Tornare a un pomeriggio del marzo 1969. Non pensare alle cose che finiscono. Tornare a quando "tutto-questo" doveva ancora cominciare. Mercoledì scorso o 38 anni fa, non ha importanza.

venerdì 13 luglio 2007



arroser la vie !

s.v.p.

Srotolano lente le poche idee
Di pomeriggio
Brevi accenti si levano sul fluido in bottiglia del mio cervello

Cammino sul lungo fiume
Accanto ad un nastro di gelatina tremolante, in pasta vetrosa, lucida
Verde
Dove voli di cormorani si appuntano
A piccoli tocchi
Sfarfallando
Lievi pensieri,Alianti
sulla corrente quieta del mio non sapere
Dove andare
Su di voi teneri pioppetti
All’erta come pettini
Vanno a incagliarsi
Brecce di nuvole
Cappelli da pioggia
Colmi di sospiri
E battiti
Umidi
Di ciglia

mercoledì 11 luglio 2007

Cosi’ si sta in bilico su questa lama di ghiaccio ed inquietudine , trampolino oscillante
Su una voragine di abisso ,di tremori e Sogni
inconfessabili
E ci si illude di non guardare
Al fondo dei nostri occhi fermi
lo sforzo di prodursi in immaginifiche figure ,
puri arabeschi di cristallo,
nel terso ossigeno d’inverno

ignorando a noi stessi il peso
che il trampolino piega
che irrigidisce i tendini

Ma celiamo il dolore ben serrato
calli decennali
geloni di cuore o cervello
in scarpe colorate o brillanti,
brillanti nella nebbia ,a segnare il passo ,
che altri ci vedano ,
ascoltino rumori ben calcati ,
a segnare righe nette
sulla brina

martedì 10 luglio 2007

ecco come mi sento in questo periodo...
un po' volatile.


belle haleine
eau de voilette

v.p.m
rrose selavy

lunedì 9 luglio 2007

da leh, ladack , india,
un po' di saggezza bambina .
pace mentale, consapevolezza, accettazione .

sabato 7 luglio 2007

il mio orto segreto


Onda 25 12 01


Sul pendio di una collina,
io sto in piedi osservando,
la conta di fili d’ erba dal colore irragionevole ,tra lo smeraldo e il petrolio.
L’erba si srotola in un tappeto morbido , filato ,di lussureggiante primavera
Pastura grassa di concime,
così verde e perfetta da parere sintetica ,
posso distinguere ogni singola pianticella.
Mi volgo a sinistra e registro l’apparire di una rapida immaginetta , dura l’istante necessario ad un miraggio,è un adolescente in abito chiaro,il vento o la calura non mi consentono di mettere a fuoco il suo acerbo passaggio ,appare e scompare sfuocando attraverso una lente confusa.
Il respiro d’ attesa è alto ,sul piano inclinato del pascolo.
Tanto fragile e cartacea è la figurina, tanto solida mi appare sull’altro versante del campo visivo , mentre discendo piano il declivio ,la massa chiara monocubica di una casa colonica.
la osservo distrattamente ,non le consento di descrivermi particolari al di fuori della sua rassicurante compattezza.
il mio sguardo vi si appoggia per un attimo con distacco,la raccoglie nella sua monocromia terrigna .
Ed è in questo istante, al trascolorire improvviso delle due ,brevi, lampanti apparizioni ,che mi accorgo dell’ onda.
La collina è lambita dall’acqua ,presumo ,del mare,la fine del prato trascorre immediatamente nelle onde ,senza che vi sia uno sfumarsi di spiaggia .
Appena io mi accorgo dell’ onda, lei comincia a gonfiarsi, si accorge della mia presenza e mi punta .
Si solleva verticale come un boa, io e lei ci guardiamo negli occhi. E’ finita , lei si è accorta di me e io di lei, ho una netta, acuta, sensazione di terrore, perché apprezzo la complessa consapevolezza che la piena mi investirà fino a sommergermi ,ed io non avrò scampo.
Il respiro mi si mozza , tutto il mio essere si tende appellando alle difese ,sento il pericolo a fior di pelle, posso provare a scartarla lateralmente ,evitando il flusso ,lasciandomelo accanto, ma l’acqua sta risalendo velocemente le terre.
Non ci riuscirò, lei corre in salita verso di me ,ora lo so, mi vuole.
Quindi mi volto e lascio che mi prenda da dietro, la lascio alle spalle e cerco di risalire la collina .
mi raggiunge e mi sopraffà passando sopra la mia testa con una linea perfetta diagonale:
ora sono all’ interno dell’onda ,ne avverto la morbida bagnata vischiosità, è come un manto caldo, quasi sessuale che ascende con me la collina, mi accompagna passo passo.
Improvvisamente realizzo che il mio terrore si è dissolto, le paure ingiustificate hanno lasciato il posto ad una sensazione di sollievo ,quasi benefica, nel riconoscere
che non è così terribile ,lasciarsi avvolgere da questo tetto d’ acqua che non infradicia, semmai protegge e sospinge nella sua corsa verso la sommità della collina, e prosegue con la sua corsa regolare ,come un respiro .
è davvero una nuova ,sconosciuta compagnia, la mia guida onda .
corre in diagonale sopra e accanto a me , lambisce e spinge le terre, sotto la cupola d’acqua ,
risalgo verso l’ alto ,tra le zolle ,nelle irregolarità del terreno che ora leggo come gradini, incontro orme, ne riconosco alcune come familiari , e metto i miei passi in questi segni di erba calpestata .
ora sono tranquilla e come abitualmente faccio regolo il mio respiro al ritmo dei miei passi , come quando in montagna affronto la salita ,so con sicurezza che le orme mi aiuteranno a salire, anche se non sono certa siano le mie , le conosco.

venerdì 6 luglio 2007



DIARIO INDIANO
FIRST TIME IN INDIA




1 agosto 2004, torino caselle
dopo questa notte di sonno lieve , cosi’ breve ,un angelo di nome renato mi sta portando all’ aeroporto.
e’ ancora buio , saranno le quattro , quattro e mezza .fa fresco , la notte dei murazzi non e’ ancora finita .
la citta’ scorre accanto , nella prima notte d’ agosto , sta scivolando , come la maggior parte della sua gente, nel suo mese di paralisi estiva .
Un po’ stordita, vestita dei colori piu’ indiani che avessi , emozionata come non mai ,seduta in macchina, ho un gran senso di solenne, e annuso l’aria a finestrino abbassato .
Al chek in mi incasino con il sacco a pelo , me lo devo portare a mano ,non me lo imbarcano, e non mi e’ chiaro perche’… nei movimenti maldestri per slegarlo dallo zaino rotellato che funge da valigia, comprato in saldo per l’ occasione , mi scappa di tasca una fialetta di vitamine , me l’ ero portata per colazione , si rompe per terra sotto, un po’ davanti al desk, mi sento un po’ tossica , un po’ imbranata .
Appena salutato renato , che sembra un po’ in pensiero per me , veramente ,mi sale di colpo un pensiero .oggi , primo agosto , forse , avrei dovuto , magari , pagare l’ affitto di casa mia , prima di partire …dato che tornero’ a fine mese …
Chiamero’ il padrone di casa da Francoforte , tranquillizzandolo che tornero’ …..
Il primo volo e’ rapidissimo , chiacchiero tutto il tempo con una giovane donna di ivrea che sta volando a san Francisco dal suo uomo , anche lei fa scalo a Francoforte come me , sgrana tanto d’ occhi quando le dico che sto andando da sola in india , un viaggio faticoso , mi dice , che coraggiosa , ma … mi sembri sveglia …ho la sua ammirazione , conosco anche un gruppo che vola , un po’ sprovveduto , con avventure nel mondo ….e fara’ un giro in nepal .
A Francoforte un silenzio artificiale , prendo un trenino sospeso per aria per raggiungere il terminal, i tabulati con le planimetrie non sono semplici da capire , l’aeroporto si sviluppa su piu’ livelli, in verticale , ci sono terrazze per chi aspetta a lungo ,con delle chaise longue in pelle nera , design impeccabile , comode e perfette .
Devo in realta’ aspettare sei ore , un po’ gironzolo per i negozi ,di cioccolata, le balle di mozart, e orridi salumi , un po’ tento di dormire , bevo succo di frutta … c’e’ un silenzio non vero
Parlano tutti pianissimo , anche i bambini quando piangono .tra le altre cose circolando trovo ,
Scopro una sala della preghiera, mi sembra miracolosa , ci sto per un po’ ,ma mi sento cosi’ strana ……..,
poi verso l’ una mi dirigo al gate dell’ imbarco .si trova nel terminal n. 2 quello dei voli verso l’ oriente .ed infatti si vede ….il panorama umano cambia di colpo….
eccoci , fin ora stavamo scherzando , ora si che inizia il vero viaggio .
Nel controluce del paretone di vetro della sala d’ aspetto sfrecciano nubi e decollano aerei e qui , ecco davvero per la prima volta la sensazione reale e concreta di dove stia andando , sono tutti indiani ,vestiti come dei veri indiani , in questo istante apprezzo realmente la sensazione della mia diversita’, sebbene mi dia sicurezza , e ci sia qualcosa di familiare nel vedere queste donne cosi’ belle in abiti tradizionali ,ingioiellate , con i capelli lustri , hanno occhi cosi’ dolci , cosi’ comprensivi e colmi di umanita’, molto rispettose e cerimoniali mi chiedono .first time in india ?con un sorriso stupendo .
Yes

Il volo e’ ovviamente air india , attorno ai finestrini hanno applicato dei fregi adesivi moghul rossi , tutti cuspidati,entrando non sembra neanche avere la neutralita’ tecno scientifica degli aerei ,sembra una casa corridoio , con le stanze l’una dietro l’ altra , e’ tutto rivestito, dai sedili alle pareti, in un broccatello ricamato , azzurro , turchese e fili d’ argento , le hostess sono in sari , con il bindi e braccialetti a cerchio d’oro , ti salutano dicendo : namas te .
Il mio sedile e’ sulla punta dell’ aereo, le file sono fatte a tre ed il mio e’ sull’ esterno .accanto una coppia di coniugi indiani sui 75 anni, oddio… speravo in qualcosa di meglio …. Per chiacchierare , tuttavia sorrido al destino …lei ha lunghissime trecce grigie,un po’ sfatte , dei lobi delle orecchie bellissimi ,enormi , da elefante,con delle catenelle d’ oro che ci girano attorno , una maglietta corta che scopre la pancia rugosissima , di lana nero, un saari nei colori della terra, ai polsi cerchietti di vetro , tantissimi , ravana nelle borse di plastica annodate che tiene sotto ai piedi e vi estrae improbabile cibo ,muesli e altre semenze ,in effetti lui,il marito , non mi colpisce per nulla ,ha spessi occhiali da presbite , l’aria dimessa , la dominante della coppia e’ senz altro lei . tra l’ uno e l’altro si alzano dalle 17 alle 25 volte per andare in bagno , ed io ovviamente faccio la gentile e tento di alzarmi tutte le volte , alla fine , a cenni mi fanno capire di stare seduta , per cui per uscire mi strusciano le terga sulla faccia , praticamente .
faccio sorridere i passeggeri dell’altra fila , di avventure nel mondo ,che si godono la scena
Parlano fitto tra di loro e tentano piu’ volte di coinvolgermi , ma il loro parlare e’ un amalgama incomprensibile di inglese ed hindi ,non capisco , non afferro piu’ di una parola per volta , sorrido e annuisco, un po’ ebete ,comunque capisco sbirciando il modulo che ci fanno compilare in aereo per il bureau di immigrazione , che vengono da harvard,
la nonna mi chiede di aiutarla a fare tutto , aprire i salatini , i pacchettini di zucchero e latte per il te ‘ mi fa capire di aprire le cose con la bocca ,se non riesco in altro modo , alla faccia dell’ igienismo europeo ,
vi sono famiglie con bambini piccolissimi , ogni tanto lanciano urletti di impazienza per cui le madri consentono loro di gattonare sulla moquette , gli stewards fanno lo slalom tra bambini , giocattoli e biberon , le madri non fanno una piega …come a casa loro .
scelgo alla carta il mio menu’ per il mio veg pranzo , indianissimo , penso , ok , cosi’ mi svezzo subito …ed ho un bisogno pazzesco di bere, che l’ aria e’ secchissima .
in realta’ decolliamo dopo due ore di attesa , sotto il sole , senza capire perche’..
leggo un poco del mio libro sulle regressioni nelle vite passate, che Michele mi ha consigliato ,cerco di dormire con un po’ di training autogeno ma riesco a far ben poco.
Si atterra finalmente a new dehli alle 3 del mattino , sono sveglia praticamente da 24 ore . piove .
L’ aeroporto indira gandhi ha un aria un po’ soffusa , rarefatta , con tanto di filodiffusione di musichetta ,tipo sitar o mi pare … noi avanziamo un po’ insonnoliti , tipo zombie …dopo tutte queste ore di viaggio ….
L’ arredamento dei banchi dell’ iscrizione stranieri e’ di formica a fiori , anni settanta , un po’ consumato , ma tutti sono sorridentissimi .
Al ritiro bagagli approccio una ragazza molto giovane , di milano, maria , che studia hindi e stara’ a dehli per lungo tempo ,cerco di prendere un taxi per la città con lei ,che pernotta all’ hotel ajanta .
Ci avviciniamo ad un botteghino di taxi prepagato , ma ci fanno capire che dobbiamo prenderne due , il mio hotel sembra davvero da un'altra parte .
Il tizio ci compila due ricevute e ci spiega come fare , lo seguiamo , l’autista dovrebbe venire a prenderci,attraversiamo la sala e facciamo per uscire all’ esterno …e qui la prima botta .
Una vampa fortissima di calore , incredibilmente appiccicoso e umido, odoroso e avvolgente…pregno …un muro umano appeso alle transenne .una confusione di occhi , braccia , cartelli , piedi nudi di bambini ,che ti fissano ,.
Ecco la prima botta forte d’ india , che ci fa tutta questa gente qui alle quattro del mattino ?
L’ autista arriva , l’ auto non ha nessun contrassegno , speriamo bene , ho letto strane storie sulla lonely planet circa i tassisti di delhi , e questo primo trasbordo veramente mi inquieta da tempo . perche’ mi sembra il momento piu’ critico di tutto il viaggio , ed io mi sento storditissima , e di certo loro lo capiscono .lungo la strada attacca a parlare , e subito finge di non conoscere l’ albergo , dice che non conosce la strada , ma che conosce altri posti piu’ vicini ed economici , io infilo una bugia dietro l’altra fingendo amici che m’aspettano , tariffe gia’ pagate dall’ italia , pregando tutto il tempo la mia buona stella , guida come un pazzo , diluvia , le strade sono semi allagate , sfiora camion a fari spenti , prende deviazioni fangose, e scivolando su queste strade che immagino di periferia ci lasciamo accanto chilometrie chilometri di bidonville e fatiscenza , gente che dorme sotto la pioggia con tetti di cartone .
Finalmente si arriva , pare un hotel di gran lusso, una cancellata in ferro battuto si apre con lentezza , l’autista biascica qualcosa al guardiano , entra in un viale e si ferma sotto un portico che protegge l’ ingresso , la hall e’ marrone , fuori diluvia ,tutto ha colori fangosi , la tappezzeria , la moquette , il cielo fuori ,le facce degli inservienti , la luce opaca .
Io mi sento come drogata , mi registro al bureau in uno stato abbastanza confusionale ,..sono quasi le sei quando approdo in una camera lustra lustra , mi sbatto sul letto esausta dopo un bagno e punto la sveglia alle undici , mi sento sana e salva e ringrazio per questo , fin qua tutto bene , le lenzuola sanno di bucato .
2 agosto .hotel tivoli garden resort , dehli ,chattapur.
Mi sveglio dopo aver sentito bussare parecchio gli inservienti delle pulizie.
Fuori piove , cielo color cenerino, mi sento un po’ distrutta ,ho la tentazione di restare tutto il giorno in camera , con l’ alibi della pioggia e delle sopraggiunte mestruazioni.
Per prima cosa decido di scendere a mangiare qualcosa, sono l’ unica cliente , mi preparano un te’ e delle fette di pane tostato nonostante non sia orario di breakfast.
Dalla vetrata guardo il personale di servizio che sta ripulendo la piscina , che è circondata da muretti finto colonial e palmizi e mangrovie verdissimi ,
intanto i camerieri giovanissimi tentano di far conversazione , capisco che il caposala disapprova tanta confidenza , li redarguisce.
La colazione mi rinfranca un po’ ,decido di salire in camera , organizzarmi ed uscire , mio malgrado , mi serve il dentifricio che ho dimenticato in italia .
Chiedo informazioni nella hall , sono molto gentili e sorridenti….sembra semplice a sentire loro andare in centro ,basta prendere one car a three tyres, fuori sulla strada. Si chiamano rik scio’. Prima di buttarmi mi siedo sulle panchine del giardino , per acclimatarmi , un umido pazzesco e chiamo l’ italia , fin qui tutto bene .
Altra botta , dal lusso dell’ hotel avrei detto si trovasse in una zona piu’ signorile , invece eccomi appena fuori , su una strada di fango , visibile poverta’ , gente vestita di stracci che ti spia con occhi curiosi,trovo due tizi affaccendati intorno ad una di queste auto , stanno controllando che ci sia benzina …il prezzo pare quello giusto , 100 rupie.
salgo e con me ,dietro , uno dei due .
mi faccio portare a connaught place , mi sembra l’ approccio piu’ soft alla citta’ , appena arrivata … la zona piu’ europea della citta’,dice la lonely placet, con la piu’ alta probabilita’ di trovare negozi aperti .
il traffico e’ una roba senza logica , il rik scio’ va secondo linee a zig zag , per schivare auto , mucche ,altri rik scio , biciclette , mendicanti che si attaccano a destra e a sinistra ,io respiro gas di scarico e odorazzi , davvero non si arriva mai , veramente troppo lontano il mio hotel dal centro. Strade piene di buche , le mucche stanno mollemente indolenti sugli spartitraffico…i due fanno un po’ da guide turistiche , mi mostrano bellissimi monumenti moghul, qatabh minrabh. mi chiedono di fotografarli , dopo circa un ora di questa babele , si fermano perfino ad un chioschetto a comprarsi , lo scopriro’ molto dopo , del tabacco orrendo da masticare e sputacchiare ,,,si arriva a destinazione.mi chiedono il doppio della cifra stabilita , adducendo il fatto che sono in due …veramente fantasiosi , va beh , mi sento un po’ truffata ma che fa ‘ ? anche se sgancio 140 rupie sono pur sempre solo meno di tre euro …
eccomi , sarebbe questo il centro ? c’e’ un aiuola circolare circondata da palizzate di cantiere , un po’ come torino per il 2006, stanno realizzando gli scavi per la metropolitana . attorno dei portici sudicissimi , non so da che parte andare e soprattutto non capisco come orientarmi , qui le strade sono radiali e non ci sono indicazioni , la guida non mi da aiuto , cammino per un po’ , pioviggina …sotto i portici uomini mi assediano, ognuno mi saluta , mi vuol parlare , mi sembra mi spoglino con lo sguardo …per raccapezzarmi e respirare un secondo entro in un coffeee day , mi ricorda un po’ le imitazioni dei bar che trovavamo a londra , quelle catene dai nomi italiani dove si cercava qualcosa di simile ad un caffe’ o ad un cappuccino.mi sembra qui di poter avere un attimo di tregua , per leggere con calma la guida , orientarmi , trovare sta farmacia dove comprare il dentifricio ,e poi riscappare in albergo .
ordino un darjeling tea , mi siedo , sorseggio e leggo per qualche minuto .
can i help you ?
c’e’ un ragazzotto seduto all’ altro tavolo , non lo avevo neanche visto , si sporge , mi chiede se si puo’ sedere al mio tavolo , mi spiega dove siamo , dove trovare quello che cerco . da qui parte la conversazione , in un inglese da parte mia veramente limitato , gli argomenti quelli classici , degli sconosciuti che si incontrano ,lui si chiama john , ha amici europei , un tedesco , uno di milano , che si chiama Emanuele , dice che il mio accento gli aveva ricordato lui …io lo osservo , la faccia mi sembra da bravo ragazzo , ha una camicia righe rossa , una strana pietra al collo,non ha la pelle scurissima , gli occhi rotondi..mi sembra di potermi fidare …
mi dice che la sua famiglia e’ nel kashmir , a srinagar , che abita vicino al mio hotel , che lavora a dehli in una ditta di import export tessile , segna sulla mia cartina i posti piu’ interessanti di dehli , e ci faro’ caso dopo , sono tutti moghul … si offre di indicarmi il negozio del dentifricio ,dice che mi puo’ accompagnare , che ha un po’ di tempo , e a me pare normalissimo , probabilmente lo avrei fatto anch io , ci alziamo e usciamo insieme , io sono in una strana trance , mi sento piu’ sicura ora con lui per le strade , gli sguardi mi inquietano di meno ….che pazza , come se non fosse che lo conosco appena , da 5 minuti , che stranezza .
andiam in un bugigattolo drogheria , dove ci sta un sikh con il turbante bianco, mi vende acqua , dentifricio e tenta di rifilarmi della cioccolata, mi da’ anche pillole di saggezza , non cambiare il modo di usare la tua testa ,anche se sei in un posto dove tutto quello che conoscevi e’ diverso , mi intima di essere attenta .
diluvia , ci fermiamo ad aspettare che smetta un po’ sotto una tettoia di un chioschetto molto unto , dove altri mangiano verdure fritte , mi sembra , lui telefona a qualcuno , dice i suoi amici , che aspettava prima al bar ,poi andiamo in un ufficio del turismo , io non capisco tanto perche’ …non mi sembra che mi possa servire …mah…. tanto sono stordita che assecondo tutto quello che mi succede , tra l’ altro sono digiuna ,, forse questo dell’ ufficio e’ un suo amico , mi sfiora molto spesso il dubbio che sia un combino, avrebbe potuto benissimo avvisare per telefono questo tizio …. che stavamo arrivando , ecco qua …un'altra turista sprovveduta europea da spennare … appena sbarcata in india , il tizio mi offre del te’ che non bevo ,dice per rispettare antichi ed onorevolissimi rituali di ospitalita’ indiana , ma io sono diffidente e sbircio che nemmeno john beve .
tenta di vendermi pacchetti volo per srinagar , tour turistici con autista al seguito , nel rajastan, che esagerato, ma io sono una donna dura , non desisto dai miei progetti , ci intavoliamo anche in un improbabile ragionamento sul mondo dopo l’ undici settembre , io mi arrampico sugli specchi con il mio inglese di qualche parola o poco piu’, ho solo un cedimento , convengo che mi sarebbe utile un abito indiano , e il tizio mi consiglia un emporio . poi mi blandisce con qualche complimento ,mi ammonisce di non dare confidenza agli uomini perche’ tutti cercheranno di parlarmi , troppo tardi , penso , il mio amico john , zittissimo.

Ennesimo riscio’ ,che pago io , nell’ emporio consigliatomi , mi intortano di parole , sono davvero abilissimi mercanti, e io pago questo abituccio davvero troppo , o meglio , con un prezzo da italia … e di nuovo il dubbio del combino , ma in contemporanea … no , un'altra vocina mi dice di non essere piena di pregiudizi , di fidarmi …. Provo gioielli e sbavo davanti a sculture , o imitazioni di tali ,e’ davvero un posto da shopping per turisti poco esperti , un po’ troppo pretenzioso ….potevo anche essere un po’ piu’ critica ,va be’, non posso pretendere troppa scaltrezza gia’ da subito da me stessa.
Il mio amico decide per me il da farsi e ci si fa trasportare da un altro rik scio’ a lodi garden, un giardino verdissimo ,un vero posto da innamorati , io in uno di questi mausolei di maraja ho il primo mancamento del viaggio , una strana specie di soggezione in gola e di ronzio nelle orecchie , un senso di pregnanza di vissuto che ritrovero’ anche piu’ amplificato , in altri monumenti ….. seduti su questi gradini di pietra , molto vicini , la conversazione si fa un po’ piu’ intima , e mi pare che lui si stia un po’ troppo sperticando in un corteggiamento ormai abbastanza evidente , perche’ mi sfiora i capelli , mi passa un braccio sulle spalle , strappa un fiore e me lo regala.
A me non pare vero che uno sconosciuto mi corteggi cosi’.incredibile . E mi pare di essere qui da un sacco di tempo , non quelle tre quattro ore che di fatto sono . e poi mi sembra di cavarmela egregiamente nel gestire le sue avances , neanche troppo spinte , giuste . il tutto non mi dispiace , la situazione e’ eccitante , il giardino dove siamo , da perfetto romanzo . fantastico .
Dopo una lunga camminata in questi violoni verdissimi Ritorniamo nel coffee day dove ci siamo incontrati , prima facciamo una tappa in un ristorante , dove lui si precipita in bagno ed io sono davvero a disagio ,mi sembra un po’ troppo per l’ora non ho fame di cose strane indiane … e lui capisce …(pure sensibile, penso, ) … mi fa uscire dicendo che tanto lo conoscono , non c’e’ rischio di brutte figure , ci viene sempre con la famiglia , ed ecco di nuovo il dubbio ..del combino … invece io mi sento un po’ a disagio per questa toccata e fuga , e di nuovo penso alla tresca organizzata ,
Al coffee day mi rendo conto di non aver mangiato tutto il giorno e ordino un pezzo di torta .
Ci scambiamo mail , indirizzi …mentre scrive , tutto concentrato ,lo trovo proprio carino , ha le sopracciglia disegnate bene e i denti bianchissimi … mi viene anche un po’ la voglia di baciarlo ,lo penso ma mi trattengo , mi accorgo pero’ di essere po’emozionata .
mi imbarca su un rik scio ‘ raccomandandosi con l’ autista di portarmi a destinazione seguendo certi itinerari , mi saluta calorosissimo , guardandomi negli occhi ,prendendomi la mano , io in uno slancio di gratitudine per la cura che mi ha dimostrato lo abbraccio con foga e gli prendo la mano … mi sa che ha frainteso il senso di questo mio gesto .
tornata in hotel dopo una bella ora di traffico infernale , ed una sosta in una stazione di servizio per fare rifornimento di carburante …. gli scrivo che sono sana e salva, giunta a destinazione ,come si era raccomandato che facessi , in risposta ottengo due sms pieni di cuori .mi sembra irreale .
Sono sconcertata e stordita da tutti gli accadimenti di appena un pomeriggio in india . e’ tardissimo, devo cenare , saldare il conto , e domani mattina ho l’ aereo per il ladakh , sono emozionantissima e mi sembra di vivere a mille . metto la sveglia alle 4,00.
3 agosto 2004 , aeroporto indira gandhi , internal flight .
dopo aver dormito circa 3 ore e mezza mi alzo e scendo per prendere il mio taxi . tutto ok , sbarco nel domestic airport , che bello … ci sono gruppi di monaci buddisti sorridenti e sereni , mi tranquillizzano . dopo l’ imbarco vado a far questa colazione alle cinque del mattino nella lounge della jet airways. Ho una leggera ansia e un principio di nausea, sorseggio un te’ al limone, ed il volo sull’ alba e’ ottimo , ci distribuiscono delle salviette di broccatello candide , calde e profumate , splendido servizio , ottima colazione , hostess e steward bellissimi e gentilissimi .
l’ unica cosa e’ che io non ho per nulla fame , ho un po’ voglia di vomitare e questa sensazione si accentuera’ per tutto il giorno .
siedo accanto ad un ragazzo israeliano , un po’ agitato ,deve essersi dimenticato qualcosa a casa , poi scopriro’ essere pieno a chamgspar di gente israeliana . e il tizio mi consiglia un emporio .
arrivo a leh in perfetto orario , alle otto del mattino .
sbrigano molto in fretta gli incartamenti e sono tutti molto serafici , a differenza dell’ aeroporto di dehli qui nel piccolo aeroporto di leh , altezza 3585 sembra esserci un aria molto piu’ distesa ed accogliente , nella hall vi e’ un diffuso luminosissimo chiarore , ,mi sembra pure di aver sbirciato fuori dalla porta e di aver visto dori , sono eccitatissima .
appena scesi dall’ aereo subito si masticava un aria aspretta e pungente , sembra di respirare carta vetrata o ghiacciolini secchi e freschi .
ecco qui dori …incredibile la sua trasformazione , sembra una del posto ,ha proprio una faccia tibetana, con tanto di orecchini pendenti e scarpina bianca al collo di benvenuto , indossa un vestito di velluto marrone ,sembra proprio felice , che bello. ad aspettarci un pulmino che ci porta fino alla guest house , anche se dori inizia a darmi ragguagli sulla vita del posto devo dire che la ascolto, ma capisco poco , sono abbastanza stordita.
C’e’ un bellissimo giardino , rina e dafne ci stavano aspettando facendo colazione e intrecciando braccialetti , con pietruzze di turchese e vari complicatissimi nodi assaggio un po’ di te al latte , dafne me la ricordavo molto piu’ bambina …devo dire che non la vedevo da sette anni , e dove eravamo ? ad una mostra sull’ india , pazzesco ritrovarsi ora proprio qui in india . la mia nausea sta crescendo .dori legge commentando i giornali italiani che le ho portato .
Si decide di scendere in citta’ , pare una passeggiata fattibile , c’e’ una ruota della preghiera sulla strada da far girare tutte le volte che si passa , che bello .
Per le strade molti negozi , ma io avrei solo voglia di sedermi , sono affaticatissima , mi puntello dove riesco e ho una sete incredibile .
Pranziamo in un ristorante in un giardino sotto ad un tendone di paracadute , assaggio i pakora e i veg h noodles , buoni , ma frittissimi ed io ho una nausea … intanto mi sta salendo un po’ di mal di testa ….rina canticchia i motivetti della compilation dei beatles , che sta suonando , dafne e dori ridono molto ,sembrano entrambe due ragazzine spensierate in gita scolastica .
Ci dirigiamo verso il soma gompa, ed il palazzo reale , in cima alla citta’ , che fatica , queste salite fanno battere il cuore velocissimo , visto che sono cosi’ sbattuta decidiamo di tornare verso casa , mi sento che mi devo riposare .pioviggina, ed e’ la prima volta , pare , in due mesi .
Buttata sul letto non riesco molto a riposare , il mal di testa si sta veramente alzando ,ad un certo punto ho anche voglia di vomitare e corro in bagno appena in tempo .
Pare che sia proprio cosi’ il mal di montagna , ma mi dicono tutti che passerà, intanto pero’ mi perdo una commoventissima cena d’ addio in cucina dalla nonna , per salutare dafne e rina che partono per dehli il giorno dopo.
4 agosto , leh .
alle cinque del mattino le due in partenza si sono alzate , mancava l’ acqua, non sono riuscite a lavarsi .
io mi tiro su dal letto , non mi sembra di stare molto bene , infatti rivomito il nulla ….
Riesco a trangugiare un po’ di te’ in giardino mentre dori disegna ,poi dopo un accenno di pranzo con chapati e parmigiano, ci incamminiamo per una passeggiata in città, dori mi porta a vedere il certain di chanspa , c’e’ una luce dorata meravigliosa e un senso di serenita’ immobile pazzesca .
Si fa un giretto in leh , ci si riesce perfino a connettere , john delhi boy mi ha scritto una mail ,come promesso, in cui mi dice che e’ andato a ballare fino alle tre del mattino , e’ proprio giovane …..pero’ mi dice di essere cosi’ felice di avermi conosciuto .mah!comunque gli rispondo.
ceniamo , pare perfino di aver fame , in un ristorante tibetano ,lo yak tail , molto presto , all’ ora del tramonto , cioe’ verso le sette , io assaggio ottimo pollo tandoori e un tranquillissimo riso , dori prende i palak paneer , spinaci con il formaggio .poi a nanna , andando a casa a piedi , in realta’ faccio un po’ fatica ad addormentarmi , ho sempre un po’ la tachicardia ,e del resto si va a dormire veramente prestissimo .


5 agosto , leh, tikksey .
nella notte dori e’ stata male , pare sia la prima volta …forse inizia ad avere un po’ di rifiuto verso la cucina indiana , certo e’ che mai piu’ palaak paneer, invece io mi sento un pochino meglio ,infatti azzardo perfino una doccia , l’acqua riscaldata dai pannelli solari e’ bollente …mentre come sempre con molta calma ci inoltriamo nella giornata il piu’ giovane dei figli di amale’ , lo studente universitario , rinchem, ci fa fare un giro guidato nel giardino , hanno anche dei papaveri dell’ oppio, e una quantità impressionante di verdure coltivate senza pesticidi, con noi c’e’ anche valery , una francesina un po’ svampitella .
poi dori , che non sta proprio bene , mi sprona ad andare da sola , in bus , a visitare il palazzo di tiksey , pare sia una delle cose piu’ vicine ed io me la sento ,anzi l’idea di andarci da sola mi eccita molto , dori insiste nel volermi accompagnare alla stazione dei minibus, anche se si vede proprio che non sta niente bene , attraversiamo il mercato per scendere verso la stazione e questa strada zeppa di mercanzia mi piace molto , sa molto di india . intanto mi compro tre chapati dai fornai , che cuociono per terra questo pane meraviglioso che sara’ il mio pranzo ….individuato il minibus ci salgo…. saluto dori che torna a casa a ripigliarsi , deve aver fatto proprio uno sforzo ad accompagnarmi , che cara .
e d il bus e’ gia’ pieno zeppo , ci sono bambini che slinguazzano ghiaccioli rossissimi , mi siedo vicino ad un ragazzo di rennes che chiacchiera un po’ , anche lui sta viaggiando da solo .e’ tutto bruciato dal sole , paonazzo , solo dopo due giorni , ma sembra un duro della montagna ,non ha neanche patito il mal di alta quota , solo io ,penso , e’ decisissimo di affrontare i trekking verso i laghi in quota , e’ abbastanza gentile e mi sembra una persona molto mentale , tutta testa .
cosi’ scendiamo dal bus e ci accompagniamo un po’ , il caldo e’ fortissimo ed il sole ti piglia a padellate , il cielo e’ di un blu mai visto e tikksey pare una visione bianca generata dalla calura , inerpicata sullo sperone roccioso . si sale , si sale , fino al gompa in cima in cima , sono senza fiato , speriamo non mi torni il mal di testa .
nella sala della preghiera i monaci devono te’ al burro e coca cola ,c’e’ un odore particolare di fumo e di rancido , ed una ressa di turisti sgomita per fotografarli , ma loro non fanno una piega .suonano campane e recitano litanie molto rilassanti . in una sala vi e’ un enorme statua del buddha , con una faccia d ‘oro bellissima , si sta davvero bene qui .c’e’ un monaco molto sorridente che ti invita a metterti seduta .
che pace .
poi scendo per strada ad aspettare il bus , la strada del ritorno e’ molto piacevole si costeggia il lago sacro di shey, bellissime oasi paludose , gremite di carpe .
ritrovo la strada del mercato e inizio ad assaporare per la prima volta scene di vita quotidiana di citta’ , per esempio noto le donne che scendono dai villaggi con le loro gerle ,a vendere la verdura , a gruppi , sedute sui marciapiedi , con montagne di cavoli , albicocche e carote , come sono belle , ingioiellate ed eleganti .
la strada per la guest house me la ricordo abbastanza , ma forse la allungo un po’ , comunque verso le sei su questi campi verdi e gialli ce’ una luce radiosa , inizio proprio a star meglio , e come tale mi e’ migliorato notevolmente l’ umore , ora inizio a comprendere la bellezza del luogo .
torno a casa e trovo dori a letto , ha sciacquettato il bucato sulle rocce del fiumiciattolo dietro casa ,la imito, cosi’ mi isolo dieci minuti e pratico un pochino sulla roccia mentre il tramonto trascolora sulle cime rocciose davanti a me , paiono cosi’ vicine , invece chissa’ …e pensare che si tratta di himalaya fa davvero un bel effetto .
sono colma di gratitudine per essere riuscita ad essere qui , un uomo arriva , sistema le pietre che formano la diga naturale del corso d’ acqua , ma lo fa con una dolcezza cosi’ piena di rispetto da essere struggente , cantando a voce sommessa , con un piccolo bambino ,io sono commossa , non ho mai visto fare una cosa cosi’ semplice con tanto amore e dedizione . sto proprio bene . rientrando in camera con dori si decide di chiedere la cena in camera ,ci portano del riso , sono gentilissimi .ed io sono proprio felice di essere qui .e domani faremo una gita , perche’ dori ha deciso di reagire alla sua indisposizione .
6 agosto
eccoci al mattino presto ,a prendere un taxi per stakna , che significa naso di tigre , dalla forma dello sperone roccioso su cui si arrampica il gompa ,si passa sopra un ponte sull’ indo , la cosa mi emoziona molto, mi evoca lontani ricordi di storia studiata alle scuole medie ,di epopee lontane e chimere irraggiungibili…ed ora sono qui …pazzesco
….il gompa ha un atmosfera molto intima , ci sono monaci che stanno restaurando un soffitto dipinto di colori vivissimi seduti su strutture di legno , sembrano cosi’ quieti….
poi ci spostiamo a matho , si approda in una sala bellissima, stanno pregando , la litania e’ cullante , nei cortili troviamo stativi e sedie da regista, infatti nel gompa si trova una troupe cinematografica del regista di samsara….the valley of flowers e’ il titolo del seguito ….mi segno il nome della produzione, moonson private film.
certo in un film cosi’ lavorerei anche gratis …saliamo percorrendo le stanze e arriviamo in una sala buia con il pavimento di granelli d’ orzo e misteriosissime cose appese , sciabole e immagini velate nella semi oscurità, coperte appese e profumi stranissimi nel buio .rimaniamo sulla soglia senza entrare mentre a fianco nostro siedono donne in ginocchio che bevono te’ sedute per terra , mettono in ordine sassi che formano il pavimento , bell’ esercizio zen.
scendiamo,tornando ci fermiamo in un chioschetto sulla strada , io mangio una cioccolatina,un po’ pochino, e bevo coca cola , in mezzo ad una scolaresca in ricreazione ,sono tutti in divisa , c’e’ una bimbetta chiara che sembra essere la figlia di uno degli insegnanti , alcuni sono tenerissimi ,ci guardano con curiosita’ e timidezza , risaliamo sul taxi e ci dirigiamo in direzione dell’ indo , oggi e’ il giorno prescelto per la cerimonia delle scarpine .il tassista ci porta dove prima d i un ponte e’ possibile scendere al fiume facilmente …senza capire molto cio’ che dobbiamo fare …dori apre il pacchettino mentre accendo gli incensini che seppelliamo nella terra umida sotto un cespuglietto spinosetto lambito dall’ acqua marrone , cosi’ interpelliamo tutti gli elementi , aria acqua fuoco e terra …. Siamo troppo buddiste …. a me il compito di adagiarle sul pelo dell’ acqua , lo faccio sporgendomi sulle rocce , ma le scarpette tornano indietro lottano contro la corrente e poi si inabissano , per dori non e’ propriamente un buon segno . si riparte e ci facciamo lasciare al palazzo di shey, dove troviamo una bellissima statua di budda della compassione , c’e’ un giovane monachino molto gentile che non fa pagare dori visto che e’ la quarta volta che viene .torniamo a leh con un bus , e subito telefoniamo ad elena , che si commuove e non riesce a parlarci da tanto e’ emozionata, poi ci colleghiamo in internet ,abbiamo una fame boia e ci compriamo gli ottimi chapati , poi a cena molto presto nel garden cafe’ …io mangio moltissimo …un panino al tonno e gli scrambled eggs scrivendo cartoline. Dopo un salto all’ ecological centre , a comprare le magliette …. a casa…. torniamo che è gia’ buio e si sta formando un cielo bellissimo di stelle limpidissime,si vede chiaramente il chiarore della via lattea .

7 agosto
subito dopo colazione si va in banca a cambiare un po’ di soldi , le pratiche sono tutte manuali , gran compilare di ricevute ,attese su sedie di plastica, passiamo per almeno tre segretarie …poi li ritiriamo ad uno sportelletto che sembra un ufficio postale , un gabbiotto di legno e vetro del far west.ti danno in cambio una mazzetta altissima di rupie , ci avviamo a chiedere informazioni per il nostro bus del giorno dopo , e tornando attraversiamo i l mercato … ad un negozietto compro una tanga di tara verde per renato, pare che sia un principio divino che porta molto bene , una principessa benefica , ed un grosso pietrone di turchese per me che decido diventera’ il portafortuna del viaggio , il ragazzo che lo vende aveva fatto la comparsa nel film samsara, la controfigura a cavallo , ne va fiero, ma ci mostra pure la sua tessera di guida turistica riconosciuta dal governo , ha una faccia asciutta e segaligna ma e’ energico e simpatico . risaliamo la citta’ facendo altre soste per lo shopping bandierine delle preghiere e ciondolini e braccialetti porta fortuna , oltre ai cerchietti di vetro classici per le braccia , troviamo anche un banchetto dove comprare la ciotola di Michele , avevo una missione da compiere .
dori vuole farsi fare un vestito dai sarti , ha comprato due tagli di stoffa e si fa prendere le misure , poi ci informiamo in un negozietto per il massaggio ayurvedico, alle 15 00, si va a pranzo , altro panino , nel giardino dei ragazzi .
mentre dori si massaggia io mi connetto in internet , nessun messaggio , speravo in una risposta di john delhi boy , ma nulla …
poi tocca a me .. il massaggio e’in un bugigattolo un po’ fetido c’e’ una lettiga con una coperta zozzissima , mi fa un po’ senso pero’ poi mi lascio andare .la signora ci da’ dentro parecchio, energicissima, prima a mano poi con la palletta di metallo , e’ incinta e veste un saari dai colori belli e forti , mi saluta molto calorosa , fa anche depilazione …mentre aspetto dori e cammino per strada tutti mi adescano , non puoi fermarti davanti ad una vetrina che e’ finita …un ragazzo dagli occhi gialli mi invita ad entrare nel suo negozio ….cedo …che mai mi potra’ succedere , mi sento molto rilassata e molle .
dapprima mi mostra delle belle tangka dipinte molto delicate, gioielli antichi e porta colori antichi cesellati , poi piglia una ciotolina di vetro con delle pietruzze dentro , e se ne esce dicendo che quando ha giornate faticose con troppi clienti si fa un po’d i auto gemmo terapia per ridarsi energia , con della giada e del quarzo bianco per esempio, mi chiede se voglio provare che secondo lui ne avrei bisogno , …..perche’ no , mi sento molto aperta …sono un po’ incredula ..mi mette a sedere e si siede davanti a me , mi stringe le ginocchia con le cosce, inizia prima a passarmi un pezzo di giada sulla testa e sulla faccia , la fronte e le guance soprattutto… poi passa alle braccia , e le spalle ,…poi la pancia intorno all’ ombelico e qui io inizio ad inquietarmi ,poi mi alza la maglietta e mi caccia la pietra sul chakra del plesso solare , cioe’ in mezzo al seno , dicendomi di respirare forte per sentire il calore …infine passa bellamente a palpeggiarmi una tetta e poi l’altra , per la verita’ senza mai sfiorare i capezzoli ,poi la schiena… io mi irrigidisco e mi allontano , mi sembra un po’ troppo invasivo , gli chiedo di fermarsi ma lui mi ripete che non ci sono problemi , che si tratta di una terapia …ho capito pero’ …. Un po’ mi rilasso di nuovo , sara’ in buona fede ? , magari per loro il confine tra intimo e no… e’ molto diverso ma quando parte a passarmi la pietra sulle cosce il mio imbarazzo e’ davvero ingestibile lo stoppo dicendo che non e’ mia abitudine , che non voglio andare oltre . mi alzo , sono imbarazzatissima , balbetto qualcosa e fuggo velocissima verso la porta , lui in tono di scusa tenta un discorso , come mi sento … da quanto tempo sono qui a leh e per quanto mi trattengo …esco .-… sono sotto sopra raggiungo dori all’ internet cafe’ …non so come …sono proprio nel pallone .
a dir la verita’ mi sento un po’ meglio,un po’ piu’ energica va a sapere se per merito del massaggio ayurvedico o della cristallo terapia .
sempre piu’ nel pallone seguo dori,davvero gli indiani sono cosi’?
io cerco ancora i pantaloni con gli elefantini ricamati da portare a nat, per cui entriamo in un negozio dove compriamo pero’ solo una gonna e soppesiamo alcuni gioielli di vecchia foggia come piacciono a dori ,che sta tra l’ altro cercando delle perle per elena , il tizio che ha begli occhi color nocciola attacca a parlare di torino e di cuneo e di quanto gli piacciono gli italiani …un po’ rincoglionita …adocchio una ciotola ….mi piacerebbe fare un confronto con quella che abbiamo comprato per Michele …addio , non l’avessi mai fatto…per una buona mezzora la soppesiamo…. ce la fa provare , ce la fa suonare ,inizia una sventagliata di prezzi…lui insiste con me …che a quanto pare sembro la piu’ vulnerabile ,e forse e’ vero ,don’t break my heart , e anche lui la butta sul sentimentale , incredibile!!!
Risaliamo verso casa e ci fermiamo a bere un chuli chu , sempre piacevole in ogni momento….stasera ceniamo a casa , ci prepareranno delle ottime verdure bollite , biologiche, dell’ orto ,che consumiamo in cucina sul divanetto , la tv e’ accesa , al telegiornale , doppio , in hindi ed in inglese, passano notizie di allagamenti in punjab, a seguito del monsone …non so se ho cosi’ voglia di scendere …con questi disastri , quasi quasi resto un po’ di piu’ quassu’ in montagna, la nonna e’ seduta a fianco a noi e mormora delle preghiere in modo sommesso, questa sera abbiamo conosciuto anche l’ infermiera che le fa le iniezioni per i dolori .
Scendiamo in camera e provo a far suonare la ciotola , ma riesco poco , poi , a dormire , sogno , che sto trasportando un vassoietto con una tazza di porcellana luminosa , dentro c’e’ un numero magico , il 130 , io sono certa che me lo abbia mandato mia nonna , e ne vado fiera .
8 agosto 2004
e’ gia’ una settimana che sono qui …alle sei mi sveglio un po’ agitata, alle 7,15 ci attende il taxi per la gita ad alchi, dori si sveglia con un idea diversa , di andare e fermarsi a basgho col taxi, io naturalmente approvo , come non potrei , appena fuori leh si vede un paesaggio lunare , casette sparse di mattoni , costruite senza il tetto, e strani casoni militari ben poco mimetici il viaggio e’ sobbalzante …
facciamo brevi soste per fotografare la confluenza dell’ indo e dello zangskar, e quando si arriva il paesaggio e’ strepitoso, gole rocciose da un lato, casette col tetto di ciuffi d’ erba incastonate tra campi d’ orzo ed albicocchi dall’ altro , il paesino e’ abbarbicato su questi bastioni rocciosi e sembra una scenografia del signore degli anelli tanto e’ misteriosa e aspra , dai colori rosa violacei ,. Io faccio colazione per strada con un succo e della cioccolata , il bisogno di nutrirsi non e’ mai stato cosi’ urgente come quassu’ in ladakh, saliamo al gompa , incontriamo pure una ragazza italiana con una guida d’ arte locale che sembra ferrata , il monaco apprezza il mio turchesone , me lo passa sulla fronte …si informa circa la nostra valuta …un po’ meno spirituale ….
riscendiamo in fretta sulla strada e ci informiamo per il bus, passa alle 10,30 giusto in tempo per lavarsi i piedi nel ruscelletto neanche troppo glaciale, passano due adolescenti graziose che ci domandano dei soldi , ten rupie ,regalo loro una biro di papa’ , sembrano stupite ed hanno davvero un bel faccino da lolite , un po’ truccatine ,con degli abitucci fiorellosi , leggeri leggeri e dei golfetti di lana

Passa l’ autobus , strapieno ,io mi scaravento davanti, musica a palla da film, autista pazzo , affronta le curve rischiando sempre di caracollare di sotto con una ruota .faccio fatica a tenermi , ballonzolo e sbircio doriana che in fondoal mezzo ,lei pure . non si trattiene dal sobbalzare a ritmo di musica.
Scendiamo all’ altezza di un ponte sull’ indo,bandierine sventolanti..circa una mezz’oretta o poco piu’ del primo vero trekking del viaggio , tra scenari rocciosi meravigliosi , lunari ed ecco che si scende al paesino di alchi, un villaggetto silenzioso tra piantagioni di albicocchi.
Troviamo subito una guest house chompskor ,in un giardino ,il gestore e’ un bell’uomo , ha begli occhi dolcissimi nocciola screziati , di velluto ,,e’ gentile e timido,la camera e’ verandata , ad angolo , davvero ok la veranda bovindo affaccia sul giardino ,bagno interno inutilizzato da secoli , molto zozzo pieno di bestie il vincera’ la palma del piu’ schifoso in assoluto.doriana vuole visitare un tempio abbastanza poco conosciuto di cui ha avuto info dal suo professore , ci si informa e forse si riuscira’ verso sera..se qualche donna del villaggio ci apre e ci accompagna
Pranziamo sulla strada, fried rice e chapati , ho voglia di un caffe’ , fa davvero schifo , tento di modificarne il sapore sciogliendoci dentro un po’ di cioccolata di luciano ,un approssimazione di marocchino sabaudo …
C’e’ un afa spessa e biancastra, un chiarore diffuso che stordisce , in compenso io a questa altitudine mi sento un po’ meno confusion,e’ bastato calare di 500 metri…facciamo un giretto attorno ai templi, ci fermiamo su uno strapiombo roccioso che fa da bastione su, si fa per dire , una spiaggetta sull’ indo …alcuni fanno rafting, c’e’ un bel muro mani, contribuiamo alla sua costruzione con qualche torretta di pietruzze pure noi , poi entriamo al gompa .
Ecco , la sala dei mandala mi mette emotivamente in subbuglio , una commozione pazzesca mi fa salire un inspiegabile magone ma non riesco a cacciare fuori le lacrime , mi ingrossano le palle degli occhi e mi rimangono li’ rapprese.le immagini sono raffinatissime ,eleganti arabeschi e figurine sensualissime composte in mandala dal diametro enorme , a tutto muro ,un monaco nota la mia pietrona turchese e me la poggia sulla testa, ho una crescente angoscia e un fascio di la crime in gola ,non riesco a vedere piu’ nulla , sono quasi angosciata la raffinatezza dei colori primari , blu rosso , bianco , l’ antico sfacelo , la pregnanza spirituale del luogo mi hanno inchiodato.un po’ ricorda quel senso di mancamento che m’aveva preso a lodi garden.
Sottosopra esco a guardare donne che rigirano albicocche, e’ un pomeriggio d’ estate sospeso , con i ritmi a rilento i gesti magici, di pomeriggi di tante estati fa .
Dori ha cercato di rubare immagini, parecchie per la verita’….non si potrebbe ,il monaco si infuria come una bestia,le vuole strappare la macchina fotografica…usciamo frettolosamente.
Comunque ha rubato un bel po’ di foto










giovedì 5 luglio 2007



se state partendo ...mettete le cose giuste in valigia...

bonne vojage...

rrose selavy



questo blog porta il nome di questo personaggio...

pareva doveroso onorarlo .

v.p.m.

rrose selavy

mercoledì 4 luglio 2007



Sul tram numero diciotto
Alle diciotto
C’e’ chi canterella accanto a me
Al vetro sudato
C’e’ chi al telefono ripete ossessione
Sono sul tram,sono sul traamm…
Tra poco arrivo, sono sul tramm,tra mezzora scendo.
Scendo
Sono sul traaaammmm
tramm!!!
Mi giro a sorridere alla canterella,
di complicita’
la faccia da signora grassa, sui tacchi,
anelli ai lobi da regina di colore
rovina sul mio piede sinistro coi suoi cento chili
scusascusascusascusascusascusa
di nulla
arranco zoppicando
alla prossima fermata
di realta'


Mi piacerebbe raccontarti
Visioni apocalittiche
Di nebbie
Torri
E cattedrali industriali
Di questa citta’ in corsa circolare,
centrifugata
attorno a nodi pulsanti, di stazioni sotterranee
perle,in incessante moto
infilate in collane di viali troppo uguali
di aiuole annerite ed odorose di ferro
e semafori spalancati come occhi cerulei
a tratti dorati
sacri .
la sua brutalita’ ti sale in gola
come acqua dai tombini
bruciando
e ti sospinge a cercare il cielo.
Tanto mi piacerebbe raccontarti
Altro non posso,
se non accompagnarmi di questo scuotimento
e sfiorarti a distanza
a piccoli tocchi scherzosi
una corda ombelicale mi precipita,
sconsiderata spirale
sui tuoi passi di indigeno distratto,che visioni piu’ non ha
dei suoi luoghi,
forse,
non le mie.
Il popolo dei muri trascorre
con metodica navigazione,
ebbro di giovinezza ed oblio
atterrito nel buio alcolico
da ponte a ponte,
srotola la sua coda squamata
di drago acquatico dalle mille teste
Ha il volto dipinto per attraversare la notte Spavalda,
con passo sicuro
fende la brezza salmastra ,
e va succhiando il suo stesso alito
corrotto da umori ormonali
,d’umana gastronomia
il costume acconciato per la parata ,
pensieri ben sgombri,
sogni pronti a lievitare
in volubili fumi ,
amichevoli
incendi di carni
l’acqua gialla d’accanto lambisce il fraterno flusso
quieta sorvegliante
di tanta forza
potenziale d’esistenza e distruzione
inconsapevole
come un sorso di quell’ alcool di cui si contamina
di cui si oblia

martedì 3 luglio 2007

Magliette dipinte








NEL MIO GUARDAROBA CI SONO QUESTI VESTITI...UNO PER OGNI OCCASIONE!